top of page

Il genio di Ettore Majorana cosa c’entra con i computer quantistici ?

La particella di Majorana, o fermione di Majorana, è una particella teorizzata dal fisico italiano Ettore Majorana nel 1937. La sua caratteristica distintiva è quella di essere la propria antiparticella. Questo significa che, a differenza delle particelle ordinarie che hanno un'antiparticella corrispondente con carica opposta, la particella di Majorana è neutra e coincide con la sua controparte.


Ettore Majorana propose l'esistenza di queste particelle nell'ambito della sua ricerca sulla teoria dei neutrini; una teoria che prevede che alcune particelle, in particolare i fermioni, possano essere la propria antiparticella se sono elettricamente neutre.

Se Majorana avesse ragione la sua scoperta avrebbe implicazioni profonde nella fisica delle particelle e nella cosmologia, come per esempio nel campo del calcolo quantistico. Le particelle di Majorana potrebbero essere utilizzate per creare qubit (bit quantistici) più stabili e resistenti agli errori, aprendo la strada a computer quantistici più potenti.


Ad oggi, la ricerca delle particelle di Majorana è un campo attivo della fisica sperimentale, nel quale gli scienziati stanno conducendo esperimenti per rilevare queste particelle in diversi materiali e sistemi, come i superconduttori e i nanofil. Infattti, stati condotti diversi esperimenti che sembrano confermare la loro esistenza, ma la conferma definitiva è ancora oggetto di ricerca.


Tuttavia, è notizia fresca che la Microsoft, dopo 17 anni di studio, ha presentato il suo primo procecessore basato su i fermoni di Majorana: Majorana 1. Il processore e è un PoC (project of conception), pertanto ancora allo stadio sperimentale (la quantistica, oggi, è paragonata alla ricerca dell'AI di 10 anni fa); ma se la Microsoft è riuscita a creare le basi per realizzare una tecnologia che stabilizza le particelle che costituiscono il qubit affinché il calcolo quantistico sia coerente, i suoi studi sono molto interessanti per la costruzione dei computer quantistici, perchè risolverebbero il problema della c.d. "decoerenza", in quanto molto più immuni dall'ambiente esterno e quindi più resistenti agli errori.


In sintesi, la particella di Majorana è un progetto affascinante che potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione della fisica delle particelle ma, soprattutto, aprire nuove frontiere nel calcolo quantistico.



P.S. segnalo il libro di L. Sciascia "La scomparsa di Majorana", che ha scritto in merito a questo misterioso evento (la sua scoparsa senza lasciare tracce).

 
 
 

Comments


bottom of page