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Cosa ci impedisce il teletrasporto?

l teletrasporto è una tecnologia affascinante, che ci ha fatto sognare attraverso film e romanzi di fantascienza. L'idea di trasferire istantaneamente un oggetto o una persona da un luogo a un altro, senza attraversare fisicamente lo spazio intermedio, sembra pura magia.


Tuttavia, la realtà è ben diversa. Al momento, possiamo dire che il teletrasporto è solo parzialmente realizzabile, e solo in contesti molto limitati.


Quando pensiamo al teletrasporto, la nostra immaginazione corre subito a scene di persone che scompaiono da un punto e si materializzano altrove, in un battito di ciglia. Ma quello che possiamo fare oggi non è nemmeno lontanamente paragonabile a questi scenari. Il teletrasporto attuale, infatti, riguarda esclusivamente piccoli oggetti, e il processo non è esattamente quello che ci mostrano i film.


Ma come funziona esattamente? Supponiamo di voler teletrasportare un oggetto di plastica da un luogo all'altro, per esempio dall'Europa al Giappone. Il primo passo consiste nel "leggere" l'oggetto originale, un po' come farebbe uno scanner 3D o un laser. Questo scanner raccoglie tutte le informazioni necessarie per descrivere l'oggetto in modo dettagliato: forma, dimensioni, struttura interna. L'intero processo avviene a livello digitale, e l'oggetto fisico non viene toccato o alterato.


Una volta che queste informazioni sono state raccolte, vengono trasmesse attraverso reti di comunicazione, come potrebbe essere internet. Non importa che l'oggetto sia dall'altra parte del mondo: le informazioni viaggiano rapidamente e, una volta arrivate a destinazione, sono pronte per essere utilizzate.


In Giappone, le informazioni vengono ricevute e interpretate da una stampante 3D, che ha il compito di ricreare l'oggetto. Utilizzando un materiale simile a quello dell'oggetto originale, la stampante 3D costruisce una copia esatta, riproducendo fedelmente ogni dettaglio. Ecco, quindi, che l'oggetto appare a migliaia di chilometri di distanza.


Tutto questo sembra incredibile, ma è davvero teletrasporto? In un certo senso sì, ma con una grande differenza rispetto all'immaginario fantascientifico: l'oggetto originale non è scomparso, rimane ancora al suo posto. Ciò che abbiamo teletrasportato non è la materia stessa, ma solo l'informazione che descrive l'oggetto. Abbiamo creato una copia, non trasferito l'originale.


Questa distinzione è fondamentale. Non stiamo spostando la materia attraverso lo spazio, ma stiamo "trasferendo" solo i dati necessari per ricreare la materia in un altro luogo. In questo senso, è più corretto parlare di una trasmissione dell'informazione, piuttosto che di un vero teletrasporto. Anche se il risultato finale potrebbe sembrare simile, la differenza tra i due concetti è abissale.


Un altro aspetto interessante è che, una volta che l'informazione è stata acquisita, non serve ripetere il processo di scansione ogni volta. Le informazioni memorizzate possono essere utilizzate per replicare l'oggetto quante volte si vuole, e in qualunque parte del mondo. L'oggetto potrebbe essere stampato in Giappone oggi, e poi a New York domani, senza dover mai più tornare all'originale.


Tuttavia, questo processo ha dei limiti. Uno dei principali è che il teletrasporto, così come lo conosciamo oggi, funziona solo per oggetti di piccole dimensioni e materiali relativamente semplici. La stampante 3D che ricostruisce l'oggetto deve avere a disposizione il materiale corretto. Se voglio teletrasportare un oggetto di plastica, devo avere a disposizione lo stesso tipo di plastica nel luogo di destinazione. Se voglio teletrasportare un oggetto di legno, la stampante deve essere in grado di lavorare con quel materiale specifico.


Il problema diventa ancora più complesso se pensiamo a oggetti biologici o esseri viventi. Immaginiamo, per esempio, di voler teletrasportare un gatto. In questo caso, le difficoltà sono enormi. Per prima cosa, dovremmo avere una quantità enorme di informazioni per descrivere il gatto in ogni minimo dettaglio, non solo a livello esterno, ma anche a livello cellulare. Ogni singola cellula del corpo del gatto dovrebbe essere "letta" e poi ricostruita esattamente come nell'originale.


Ma non è tutto. Per ricostruire un gatto, servirebbero cellule viventi, e al momento non esiste una tecnologia in grado di stampare un essere vivente partendo da cellule morte. Non si tratta solo di replicare la forma del corpo del gatto: bisognerebbe anche riprodurre le sue funzioni vitali. Dovremmo essere in grado di far battere il suo cuore, far funzionare i suoi polmoni e garantire che il suo cervello continui a funzionare. E, come se non bastasse, dovremmo essere in grado di trasferire anche la cosiddetta "scintilla vitale", ovvero ciò che rende un essere vivente davvero vivo.


Queste sfide tecniche rendono, almeno per ora, il teletrasporto di esseri viventi un sogno lontano. La complessità dei sistemi biologici è tale che non possiamo nemmeno immaginare come replicarla con le tecnologie attuali. E questo senza considerare gli aspetti etici, che aprirebbero un altro capitolo di discussione.


Anche se il teletrasporto di esseri viventi è al di fuori della nostra portata, ci sono comunque applicazioni pratiche molto interessanti per il teletrasporto di informazioni e oggetti inanimati. Immaginiamo di dover inviare oggetti su Marte. Invece di doverli trasportare fisicamente, potremmo semplicemente inviare le informazioni e costruire tutto direttamente sul posto, utilizzando materiali locali.


Il teletrasporto dell'informazione, in un certo senso, è già una realtà e potrebbe aprire scenari entusiasmanti per il futuro. Tuttavia, i limiti attuali sono ancora molti, e ci vorranno decenni, se non secoli, prima di poter realizzare qualcosa che somigli davvero al teletrasporto come lo conosciamo dalla fantascienza.

 
 
 

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